
1973, nascita di una passione
Come in ogni storia che si rispetti, molte sono le date da ricordare. 1973, anno in cui i miei nonni dal centro di Santa Margherita Ligure, decidono di trasferirsi nella collina che domina la baia, stregati dalla luce e dai profumi di una casa di campagna circondata da meravigliose piante di ulivo. Da quell’anno accudiamo gli ulivi centenari. “Accudire” è proprio ciò che, nelle parole di mia nonna, faceva mio nonno con amore. Non una semplice coltivazione, ma una cura, una dedizione, una passione.
La terra di Liguria
Pensare alla Liguria significa per prima cosa disegnare un territorio in cui le chiome argentee degli olivi emergono dalla macchia mediterranea. Poche altre coltivazioni possono vantare un rapporto così stretto tra l’ambiente ed il paesaggio. A completare questo quadro vi è anche l’uomo, in grado di domare gli ulivi arrampicati sui pendii. L’ulivo non è solo protagonista del paesaggio, ma anche testimonianza di una civiltà antica che ha saputo valorizzare i frutti della sua terra.


L'oro dei contadini
Presente sul suolo ligure già dal 3000 a.c., l’ulivo viene coltivato i Liguria con non poche difficoltà: la terra è poca e necessita di fasce (le tipiche terrazze in pietra che disegnano le colline) e la raccolta viene fatta prevalentemente a mano. Perciò l’olio ligure non è prodotto in grandi quantità, ma gli si riconosce un’ottima qualità. Il sapore è dolce e delicato a Ponente, dove predomina la varietà taggiasca, intenso e fruttato a Levante, dove si trovano le varietà pignola e rossese. La salsedine che gli ulivi respirano dona all’olio vivacità, il vento che li accarezza ne arrotonda il sapore.
Pure colline chiudevan
d’intorno marina e case;
ulivi le vestivano qua e là
disseminati come greggi,
o tenui come il fumo di un casale
che veleggi la faccia cadente del cielo.
Eugenio Montale
Fine dell’infanzia
Ossi di seppia